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Damalisco di hunter

Damalisco di hunter

Il Damalisco di Hunter è un’antilope africana facente parte della famiglia dei Bovidae e presente solo in alcune zone ristrette del fiume Tana in Kenia, del fiume Juba in Somalia e nel Parco di Tsavo Est sempre in Kenia. Questo esemplare è alto circa 1 metro, può raggiungere un peso che va dai 70 ai 110 Kg e il suo manto è di colore marroncino chiaro con sfumature più scure nella zona delle zampe. Il muso è di forma allungata, una particolare striscia di pelo bianco gli unisce entrambi gli occhi, la coda è lunga di colore bianco con la punta di colore nero ed entrambi gli esemplari (maschi e femmine) posseggono due corna molto lunghe, circa 70 cm, sottili e appuntite di colore maculato, incurvate verso l’esterno e verso l’alto.

Il Damalisco di Hunter vive esclusivamente nelle zone della savana e riesce tranquillamente ad ambientarsi sia nelle aree erbose, che semiaride che arbustive. La sua dieta è composta da erbe di ogni tipo, in quanto esemplare erbivoro e può sopravvivere diversi giorni senza il bisogno di bere. Questi animali sono gregari, in quanto vivono in famiglie formate dal maschio, diverse femmine e dai loro piccoli, formando circa piccoli gruppi di 20 individui. A seconda del periodo dell’anno, tutte queste piccole famiglie si uniscono, formando così grossi branchi anche di 100 individui.

Durante questi periodi, le famiglie si scambiano i membri, in modo da variare geneticamente le famiglie abitudinali, in quanto iniziano anche i periodi degli accoppiamenti. I nemici mortali di questi animali sono i leoni e i ghepardi, mentre i piccoli vengono molto spesso cacciati anche dalle iene e dalle aquile. Un nemico ancora più grande, minaccia questa specie, come molte delle altre specie animali, cioè l’uomo, il quale attraverso il bracconaggio, uccide ogni anno centinaia e centinaia di esemplari, portando alcuni addirittura all’estinzione. Un esempio è appunto il Damasco di Hunter, il quale è quasi scomparso a causa degli attacchi dell’uomo, era già in pericolo dal 1963, ma ad oggi si conta una drastica riduzione della specie, si è passati dai 14000 esemplari degli anni sessanta ai 2300 di oggi. Oggi questo esemplare è stato segnalato come prossima specie a rischio estinzione, motivo per cui il Kenia sta effettuando diversi progetti di salvaguardia, per tentare di mantenere “viva” la specie.