Il cervo volante, appartenente all’ordine dei coleotteri, è il più grande in assoluto che si possa trovare ed osservare in Italia così come in Europa.
Eppure non è così raro trovarlo soprattutto appollaiato da qualche parte, anche se non sono molte le persone che lo cercano (anzi, più che altro molti scappano da questo animaletto): lo si può trovare soprattutto appoggiato agli alberi, essendo un coleottero che trascorre la sua vita nel legno.
La sua più grande diffusione concerne soprattutto l’Asia, con dei picchi in Medio Oriente.
Il nome di cervo, come è chiaro, è legato alla forma e al posizionamento delle due mandibole che, se osservate dall’alto, ricordano chiaramente quelle di un cervo, anche per quanto riguarda le rientranze e i rilievi.
Servono in particolar modo per l’accoppiamento e per attirare le femmine, anche se i maschi dominanti (i cosiddetti “maschi maggiori”) le utilizzano anche per combattimenti e competizioni con ottimi risultati; gli insetti più piccoli vengono ‘racchiusi’ tra le corna del cervo volante, ed in questo modo uccisi. Per questo motivo molto spesso è il cervo volante ad avere la meglio nei combattimenti corpo a corpo.
Lo sviluppo del cervo volante può durare fino a cinque anni, un tempo molto lungo se confrontato con quello che impiegano altri insetti ma piuttosto comune anche agli altri coleotteri. Sin dall’inizio il cervo volante dimostra il suo amore per il legno, dato che le uova vengono deposte proprio ai piedi di molte varietà di alberi, preferibilmente piuttosto anziani.
La diffusione del cervo volante sta registrando un calo e perciò è stato inserito nell’elenco degli animali la cui minaccia di estinzione va via via concretizzandosi. Per tale ragione è stato anche inserito nelle norme di protezione dell’Unione Europea. Fa anche parte della Convenzione di Berna, altrimenti chiamata Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa.