Home Approfondimenti Crostacei

Crostacei

Crostacei

I crostacei comprendono esemplari molto noti come gamberi, scampi, aragoste e granchi e altri ugualmente diffusi ma meno conosciuti come paguri, copepodi, cladoceri, cirripedi, anfipodi e isopodi.
Sono tutti acquatici ad eccezione di alcuni granchi e isopodi, infatti gli isopodi terrestri sono piccoli crostacei di terra dal corpo appiattito, prediligono le zone agricole, spesse volte definiti impropriamente “scarafaggi”. Gli isopodi hanno la caratteristica di appallottolarsi quando avvertono uno stato di pericolo, si osservano spesso anche sulle spiagge italiane. I cirripedi sono i così detti “denti di cane” che si trovano fastidiosamente attaccati alle conchiglie delle cozze, si contano circa un migliaio di specie e sono tra i pochi crostacei sessili, cioè che non presentano alcuna mobilità infatti tutti gli altri crostacei hanno apposite zampe (piccole appendici) per la locomozione.

Struttura e locomozione:
Generalizzando, per descrivere al meglio la struttura dei crostacei, possiamo dividere il corpo in due zone: un capo anteriore e una zona posteriore, data dall’addome.
Sul capo, molte specie, alcuni esempi sono gamberi, aragoste e astici, portano una sorta di antenne, un piccolo occhio composto, due mascelle e una mandibola.
Nel gambero già nella porzione del capo possono contarsi 5 paia di appendici che uniti a quelle addominali sono utili per gli spostamenti.
Le appendici anteriori hanno funzioni ambulatorie, mentre quelle che si trovano nella zona dell’addome sono adatte al nuoto, eccetto le due terminali, che nelle femmine sono associate alla “coda” e costituiscono il ventaglio codale, una struttura che serve ad accudire le uova e a conservarle fino alla schiusa. Nei maschi il ventaglio codale funge da “pinna” per rendere il nuoto più rapido e meno faticoso.
C’è da dire che la maggior parte di crostacei subiscono varie mute prima di raggiungere la struttura definitiva, la muta consiste esattamente nel cambio del loro rigido involucro esterno (esoscheletro).

Alimentazione:
I costacei non sono grandi predatori, si nutrono di altri invertebrati, o comunque animali già deceduti o moribondi, possono nutrirsi però anche di materiale vegetale. Una volta avvistato il cibo, si avvicinano e con le due mascelle presenti sul capo lo manipolazione, mentre con la mandibola anno vita a vere e proprie triturazioni. L’alimentazione può avvenire anche per filtrazione, ne sono un esempio i cirripedi, che filtrano l’acqua trattenendo e nutrendosi di piccoli elementi planctonici.
Negli isopodi sono osservabili casi di parassitismo, dove un isopode marino si ancora ad un pesce e si nutre succhiandogli fluidi.

Riproduzione e Mute:
Sempre generalizzando, si può affermare che la riproduzione è sessuale e la fecondazione avviene appena dopo l’accoppiamento: durante l’accoppiamento il maschio si dispone con il suo ventre su quello della femmina, la quale raccoglie il seme maschile in apposite sacche. Man mano che le uova vengono fecondate avviene la deposizione nel ventaglio codale. Non c’è pericolo che le uova possano essere perse, in quanto, esse sono decisamente appiccicose quindi rimangono attaccate tra le appendici e il ventaglio codale per tutto il periodo dell’incubazione.
Alla schiusa, nella maggior parte delle specie, gli individui nati hanno una struttura totalmente diversa da quella dei genitori, in quando vi sono stadi larvali. In molte specie sono presenti cure paternali ed è la femmina a prendersi cura dei piccoli nascituri per i primi giorni di vita.
Come accennato in precedenza, i crostacei subiscono una serie di mute, perché durante la fase di crescita, l’involucro che li contiene (esoscheletro) diventa troppo piccolo, per questo deve essere sostituito. L’esoscheletro è una struttura molto rigida, e la sostituzione di questo dipende da una serie di ormoni della crescita. Appena uscito dal vecchio esoscheletro, il crostaceo risulta essere molto vulnerabile, in quanto ha perso tutta la sua protezione, e per generare un nuovo involucro a volte l’attesa è di giorni. In questo arco di tempo, l’animale dovrà fare molta attenzione e dovrà temere anche i suoi simili, il cannibalismo è molto diffuso e spesso i crostacei in muta possono essere aggrediti da altri crostacei della stessa specie già adulti e maturi.
Un esempio di sviluppo diretto è osservabile nei gamberi di acqua dolce, infatti qui il giovane appena nato è un adulto in miniatura, dunque non esiste nessuno stadio larvale.