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Drymonema dalmatinum

Drymonema dalmatinum

La Drymonema dalmatinum, facente parte della famiglia dei Drymonematidae, è famosa in quanto è una tra le meduse più grandi del mondo. Può arrivare ad un massimo di 1 metro di lunghezza, viene considerata la specie più grande presente nel Mar Mediterraneo; possiede l’ombrella di colore trasparente, la zona subito sottostante di colore rossa e azzurrastra, fa partire i numerosissimi tentacoli dipartiti tra di loro singolarmente e non a fascia, come nella maggior parte delle specie.

Avvistata per la prima volta nel 1800, questo esemplare è avvolto da numerose leggende, concentrate maggiormente sulle sue dimensioni. Il primo a descriverla è stato il naturalista tedesco Heckel, trovatasela davanti nelle coste della Dalmazia (da qui il suo nome). In seguito non se ne seppe più niente fino al successivo avvistamento avvenuto nel 1940, poi più niente fino ad oggi. Questi lunghi periodi di assenza sono dovuti al fatto che questa specie, vive per molto tempo in forma di polipo (da non confondersi con il mollusco, cioè il polpo), senza produrre meduse, giacendo per anni sui fondali dei mari e degli oceani in stato dormiente. Possono passare molti decenni prima che questa medusa si risvegli e passando alla forma successiva, si risvegli tutta d’un tratto.

La Drymonema dalmatinum risulta essere una medusa molto pericolosa e molto urticante, ma per via delle sue dimensioni, raramente si avvicina ai bagnanti, infatti, non c’è mai stato nessun episodio di attacco. Siccome in questi anni è stata di nuovo avvistata, gli esperti consigliano di starne comunque lontani, visto che si è trasformata in forte attrattiva turistica. La dieta di questo animale è formata da altre meduse; in un recente scatto è stata immortalata mentre si nutriva dell’Aurelia aurita, la famosa medusa a 4 occhi. Siccome gli scienziati non sono abbastanza numerosi da tenere sotto controllo gli 8500 Km del litorale italiano, hanno indetto la campagna “Occhio alla Medusa”. Questa, pubblicizzata con un sito internet e con numerose applicazioni per smartphone, chiede ai cittadini di trasformarsi in scienziati, fotografando e inoltrando tutte le immagini delle varie meduse che incontrano durante i loro soggiorni estivi e non. La sostanza urticante prodotta dai tentacoli di questa medusa, è considerata non solo urticante ma anche parecchio tossica, motivo per cui bisogna sempre rimanere a distanza di sicurezza, se avvistata.