Il D
E’ un anfibio anuro che viene spessissimo confuso con il rospo smeraldino, per via della spiccata somiglianza che è impossibile non notare a colpo d’occhio: se osserviamo più attentamente, basterà guardare gli occhi e nello specifico la pupilla. Quella del rospo smeraldino è stretta ed orizzontale, come quella della grande maggioranza degli altri rospi anuri, mentre quella del discoglosso sardo è, come viene detto nel gergo più tecnico, cuoriforme, ossia larga e somigliante alla figura del cuore per come viene concepita nell’immaginario collettivo.
Il discoglosso non si allontana mai dall’acqua, anzi ci resta generalmente e molto spesso dentro.
Un’altra caratteristica che lo differenzia dai rospi che più gli somigliano riguarda la lunghezza delle zampette posteriori: pur essendo un animale molto agile capace anche di balzare, il discoglosso sardo presenta arti posteriori più corti in confronto a quelli di altri “cugini” anuri.
La riproduzione avviene due volte all’anno (primavera-estate, autunno-inverno) e la femmina richiama il maschio per la deposizione delle uova, numerosissime, tra la vegetazione e sulle pareti del fondo dell’acqua.
Da adulto e quando è pienamente sviluppato, il discoglosso è lungo circa 8-9 Cm, anche se generalmente il discoglosso non si sviluppa così tanto e resta sui 7 Cm di lunghezza.
Non è considerato un animale in via d’estinzione ma allo stesso tempo sembrerebbe registrarsi una sua diminuzione nelle aree sarde in cui fino a poco tempo fa era molto presente. Si crede per questa ragione che possa poi rientrare negli animali a rischio di estinzione. A contribuire alla sua diminuzione anche l’aumento in alcune zone di rettili e volatili che lo predano durante lo stadio larvale in cui rane e rospi sono meglio noti come girini.