Il Colubro dei Balcani, è un serpente facente parte della famiglia dei colubridi, diffuso soprattutto nella Penisola Balcanica. Lo si può trovare prevalentemente in Grecia, Albania, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina, Slovenia e Croazia. Questo esemplare non è presente nel nostro Paese, nonostante provenga dalla città di Gemona del Friuli ad Udine. Può arrivare ad una lunghezza di circa 120 – 130 cm (alcuni esemplari hanno superato questa lunghezza), la femmina è di dimensioni inferiori rispetto al maschio, presenta una colorazione marrone scura sul dorso, con macchiette grigio scuro presenti su tutta la superficie. Il ventre invece è di colore marrone chiaro e presente le pupille degli occhi tonde e ben definite.
Il Colubro dei Balcani è un esemplare molto snello, agile e scattante, soprattutto se in pericolo si muove con molta velocità. Se minacciato, si difende mordendo l’avversario; il suo morso non è velenoso. Il suo habitat naturale è formato da zone aride, zone rocciose, boschi non troppo fitti, terreni incolti, vigneti e zone rurali. La sua dieta è composta principalmente da piccoli rettili, uova, piccoli mammiferi, lucertole e piccoli uccellini; soltanto gli esemplari molto giovani si nutrono anche di piccoli insetti.
È un esemplare diurno, si sposta di norma strisciando attraverso il suolo, ma può anche arrampicarsi su arbusti e alberi. Nella seconda metà di maggio inizia il periodo dell’accoppiamento, la femmina deporrà dalle 3 alle 9 uova, scegliendo buche del terreno coperte da vegetazione o spaccature all’interno delle rocce come giaciglio. Questo esemplare viene minacciato dalla presenza di animali predatori che possono cibarsi della sua carne, ne sono un esempio l’Aquila Reale, i rapaci Biancone, la Poiana, i Mustelidi e altri ancora.
Negli ultimi anni, data la totale assenza del Colubro in Italia, è stata messa in discussione la possibilità che possa provenire realmente dalla provincia di Udine. Sono molti gli studi in corso per tentare di dare una risposta scientifica al reale luogo di provenienza. È un esemplare a rischio, a causa dei problemi della perdita di habitat, incendi e inquinamento, per questo motivo è stato inserito nell’Allegato III della Convenzione di Berna, cioè la convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa.