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Wildlife bridges: quando i ponti salvano gli animali

Wildlife bridgeI mezzi di trasporto sono sempre stati quelli che più hanno portato alla creazione di un paesaggio in grado di garantire mobilità e libertà agli esseri umani, ma che, al contempo, hanno modificato il sistema naturale mondiale; strade, ferrovie ed autostrade hanno inciso in maniera permanente sul territorio che, modificandosi, ha dato vita ad un ambiente diverso.

Intere comunità di animali si sono ritrovate a doversi scontrare con un confine ben preciso, con una barriera di cemento ed un passaggio sempre continuo di auto che, oltre a comportare processi di speciazione obbligata, causa morti ogni giorno.

Una soluzione a riguardo esiste e si riflette nella costruzione di veri e propri “ponti verdi”: strutture che funzionano da collegamento tra due sponde, cavalcavia e sottopassi studiati per il passaggio degli animali che permettono un’unione tra mondo naturale ed artificiale e che prendono il nome di Wildlife bridges, “ponti della fauna selvatica”.

Attraversare la strada non è mai stato così semplice!


Questi “attraversamenti per animali“, sono veri e propri ponti con una larghezza che va dai 10 ai 60 metri, solitamente rivestiti di terra e vegetazione nella parte superiore, per fornire l’habitat adatto a una vasta gamma di specie, dagli ungulati ai grandi carnivori come orsi, linci, ghiottoni e lupi, mentre nella parte inferiore ospitano carreggiate per il transito dei veicoli.
A volte queste infrastrutture sono dotate anche di piccoli stagni artificiali, sia per gli anfibi, sia per aumentare l’attrattiva per la fauna e stimolare l’uso del cavalcavia.

In Canada, in prossimità del Banff National Park, per esempio, ci sono attualmente 41 strutture per l’attraversamento della fauna selvatica, di cui 6 cavalcavia e 35 sottopassaggi, che evitano agli animali di avere a che fare con la trafficatissima Trans-Canada Highway. Da quando è iniziato il monitoraggio di questo parco, nel 1996, i ricercatori hanno scoperto che ben 11 specie di grandi mammiferi, tra cui alci e orsi, hanno usato i ponti ben 200.000 volte.
Nel Christmas Island National Park, in Australia, esiste un cavalcavia per favorire l’attraversamento dei granchi durante la loro migrazione per andare a deporre le uova vicino all’oceano; ad Oamaru, in Nuova Zelanda, c’è un sottopassaggio creato appositamente per i pinguini, che permette loro di raggiungere in sicurezza i nidi, evitando di percorrere una strada pericolosamente trafficata;
E gli esempi che si potrebbero ancora fare sono davvero numerosi!

Secondo alcune ricerche in Italia, ogni anno, 1,5 milioni di animali perdano la loro vita negli incidenti stradali, per lo più lupi, orsi, ricci, volpi, anfibi e uccelli ed in base alle previsioni, con l’aumento del traffico, la percentuale di vittime dovrebbe salire tra il 150 e il 200% entro il 2025, ma anche nel nostro paese sembra che piano piano qualcosa stia cambiando: nel Friuli Venezia Giulia sono stati realizzati 4 ponti verdi lunghi fino a 800 metri, 4 tunnel e 50 sottopassi; nel Parco Regionale lombardo del Ticino è stato costruito il “Ponte del Gabibbo”, lungo 40 metri, per pedoni ed animali.