L’antilope saiga, chiamata acnhe Saiga tatarica, è un animale della famiglia dei Bovidi. Appartiene all’ordine degli Artiodattili e la sua diffusione è sempre stata principalmente localizzata in Asia: se prima, però, la si poteva trovare in molti territori (compresi i Carpazi e il Caucaso, nonché tutte le steppe asiatiche, dato che riusciva a resistere anche ai climi rigidi), adesso la diffusione è molto ridotta. Si può trovare principalmente nella Mongolia occidentale e del Kazakistan, ma alcuni esemplari sono stati segnalati sporadicamente nella Calmucchia, in Russia.
L’antilope saiga può arrivare anche ai 60 kg, nel caso dei maschi, che presentano corna, invece assenti negli esemplari di sesso femminile. Al garrese arrivano a misurare fino a 80-85 centimetri. La Saiga tatarica è gravemente minacciata dai bracconieri proprio per via delle sue corna, che sono ampiamente sfruttate dalla medicina tradizionale del territorio.
Si distingue dall’antilope molto facilmente, anche ad occhio inesperto, grazie alla forma del naso, lunga e grande. Probabilmente questo tipo di canna nasale aiuta a fungere da filtro per la polvere durante la stagione calda, mentre durante quella fredda può servire a riscaldare l’aria circostante.
Vivono in branchi ed hanno una dieta molto vasta, dato che riescono a nutrirsi anche di piantagioni velenose per tutti gli altri animali. Riescono ad affrontare lunghi viaggi e guadano fiumi in tutta tranquillità anche a nuoto.
Non si trovano mai in cattività: soltanto nello zoo di Mosca sono presenti alcuni esemplari ed in Siberia, ormai da diverso tempo, stanno fervendo i preparativi per ospitare delle Antilopi saiga.
Negli anni ’90 la Saiga tatarica era già gravemente minacciata, come testimonia la nascita de L’Alleanza per la Conservazione della Saiga. D’altronde anche i conservazionisti si schierarono a favore del bracconaggio, perché il suo corno, secondo questi ultimi, costituiva una valida alternativa a quello del rinoceronte ormai difficile da reperire.