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Averla maggiore

Averla maggiore

L’Averla maggiore, facente parte della famiglia dei Laniidae, è un esemplare che presenta altre 10 sottospecie, motivo per cui viene spesso confusa con altri tipi, tra cui l’Averla meridionale.

Tra tutti gli altri esemplari di Averla, la maggiore (come dice anche la parola), è la più grande di tutte, con un peso di circa 55 gr. e una lunghezza di 24 cm., è considerata praticamente un gigante rispetto ai suoi parenti.

Il piumaggio del petto è di colore bianco, le ali sono completamente nere con una macchia bianca per ala, il capo e il dorso presentano una sfumatura di colore grigio e una caratteristica mascherina nera le ricopre il volto. L’averla maggiore è una specie migratrice, nidifica solo in nord d’Europa, per poi migrare nei periodi freddi nella parte sud dell’Europa, Italia compresa, fino di solito ai paesi dell’Africa.

Come tutti gli esemplari dell’Averla, anch’essa predilige zone boscose e agricole come habitat naturale, in più, anch’essa ama appollaiarsi in rami abbastanza bassi per riuscire a scorgere le prede da cacciare anche in volo. Detesta tutte le zone rocciose o scoscese, ama zone dalla visuale molto libera che presentano arbusti e paludi.

Tendono a stare lontano dagli insediamenti umani, soprattutto durante la nidificazione.

La sua dieta è composta da grossi insetti, piccoli uccelli e rettili, quando riesce a scorgere più prede è solita infilzarli ai rovi e lasciarli li a morire fino al momento del pasto. Molte volte infilza molte prede in modo da essere rifornita per più giorni, per evitare così una massiccia caccia giornaliera.

Utilizza molto il basso dei cespugli per deporre il nido, costruito interamente con materiale trovato in natura, nel quale depone circa 4-7 uova per covata. Le uova si schiuderanno all’incirca dopo 16 giorni, i piccoli saranno accuditi e sfamati da entrambi i genitori per altri 16 giorni circa, fino al momento in cui spiccheranno il volo in completa autonomia.

Questa specie è a rischio estinzione, motivo per cui è entrata anch’essa nell’elenco delle specie protette, purtroppo a causa dell’inquinamento e dei disboscamenti.

L’Averla maggiore, può essere allevata in cattività dall’uomo, per fare in modo di ripopolare la specie, soprattutto in particolari zone in cui la massiccia presenza dell’essere umano ne ha compromesso la riproduzione.