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Strillozzo

Strillozzo

Lo Strillozzo è un esemplare facente parte della famiglia degli Emberizidi, tra tutti gli zigoli è l’uccello più grande, grazie ai suoi 18 cm di lunghezza e 40 grammi di peso. Non presenta un evidente dimorfismo sessuale, in quanto possiede il manto di colore marrone, con striature più scure sul dorso e più chiare sul petto. Possiede una testa più grossa rispetto al corpo, con un becco corto e tozzo, tipico di tutti i granivori, di color paglia come anche le zampe.

Lo Strillozzo è diffuso in tutta Europa, Asia e Africa; nel nostro Paese è presente ovunque tranne nelle zone delle Alpi. Il suo habitat è formato da ambienti aperti e spaziosi, possibilmente che siano campi agricoli ricchi di frutteti per sfamarsi e sopra i 1000 metri di altitudine. Cerca sempre alti posatoi, dove appollaiarsi, per tenere sotto controllo la visuale da eventuali attacchi esterni e per cantare allegramente. Il suo canto è, infatti, molto famoso, poiché esibisce lunghi “concerti” spostandosi da un ramo all’altro.

In caso di pericolo cerca sempre nascondiglio tra le siepi e i cespugli, rifugio fondamentale per la sopravvivenza dell’uccellino. Come per tutti i granivori, anche questo esemplare si ciba prevalentemente di semi, anche se non disdegna qualche insetto, in mancanza di cibo. Gli insetti, essendo anche molto ricchi di proteine, gli esemplari adulti sfamano spesso i loro piccoli, per dargli nutrimento durante la crescita. Da aprile a maggio, costruisce il suo nido a terra, tra l’erba molto alta, utilizzata come riparo dall’attacco degli altri predatori.

La femmina può compiere fino a due covate l’anno; una volta terminata la preparazione del giaciglio, la femmina deporrà all’incirca 5 uova, le quali saranno accudite per circa due settimane. In questo periodo la femmina sfodera un folto piumaggio di una tonalità molto accesa di dorato. Una volta nati, i piccoli saranno sfamati da entrambi i genitori per circa un mese, momento in cui saranno finalmente in grado di volare in completa autonomia. Lo Strillozzo è un esemplare molto difficile da fotografare, in quanto è molto solitario per quasi tutto l’anno e nei momenti di inattività canora è ancora più difficile trovarlo. Il canto appunto è l’unico segnale indistinguibile che ne permette l’individuazione.