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Le placche osteodermiche dei dinosauri hanno contribuito alla loro sopravvivenza per milioni di anni

Osteoderma dei dinosauriIl lungo collo dei dinosauri ha ancora tanto da raccontarci sulle abitudini di vita dei predatori più a antichi del mondo. Secondo un’ultima ricerca condotta nell’Università di Macalester sui reperti ossei di alcuni esemplari di Dinosauri del Madagascar, ha fatto luce sul funzionamento delle ossa del collo di questi grandi animali.

L’analisi è stata condotta sulle placche ossee di forma cava presenti nella pelle del predatore: gli osteodermi, ovvero delle strutture protettive presenti sui rettili come le attuali tartarughe e coccodrilli, e in qualche gruppo di mammiferi.

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La particolare conformazione dell‘osteoderma potrebbe aver influito sul grado di sopravvivenza dei dinosauri negli ostici ambienti in cui dimoravano. Questa importante scoperta ha così portato nuova luce sull’anatomia e sulla funzione di queste ossa, gettando così le basi per nuove ed interessanti teorie, come ha ribadito uno dei curatori della ricerca, Curry Rogers.

La Dott.ssa Rogers ha infatti dichiarato:
Questa è la più grande scoperta mai avvenuta rispetto alle strutture osteodermiche di qualsiasi rettile. Inoltre, il  fatto che queste ossee siano cave, ci fornisce maggiori dettagli sul funzionamento delle placche all’interno del lungo collo dei dinosauri.

Come ribadito le placche osteodermiche sono incorporate all’interno della pelle e sono comuni tra i rettili ed alcuni mammiferi. Comunemente vengono chiamate anche “Corazza” e sono quelle che formano il dorso dei coccodrilli, “l’armatura” degli armadilli e le famose  “piastre” segno inconfondibile di dinosauri.

La scoperta pubblicata sulla rivista Nature potrà aiutarci a risolvere uno dei più grandi misteri biologici sulle più grandi e affascinanti creature che abbiano mai camminato sulla Terra: come sono riusciti a sopravvivere ad enormi variazioni climatiche durante il loro dominio durato quasi 150 milioni di anni?

Il Dinosauro sul quale sono stati rinvenuti i grandi osteodermi, un Rapetosauro di 15m di lunghezza del Madagascar, probabilmente utilizzava le grandi strutture ossee come riserve alimentari di calcio e minerali, utili per sopravvivere in periodi di clima avverso e di scarsità di cibo.

Analizzando le strutture emerse dal sito particolarmente ricco di scheletri di rapetosauri, i ricercatori hanno trovato che gli osteodermi appartenenti ai dinosauri più vecchi presentavano una grossa cavità centrale, a differenza di quelli degli esemplari più giovani, che erano completamente pieni.
Questo probabilmente sta a dimostrare la funzionalità di riserva nutritiva che ne facevano i grossi rettili durante i periodi  di carestia. Per un dinosauro restare a corto di cibo per periodi prolungati significava andare incontro al processo di demineralizzazione delle ossa, un vero problema per un animale le cui zampe devono sostenere decine di tonnellate, a questo il Rapetosauro aveva escogitato una soluzione accumulando e usando come risorsa di emergenza i minerali nei grandi osteodermi.

Per oltre un secolo i paleontologi di tutto il mondo hanno cercato di capire come queste strane ossa fossero  distribuite nella pelle del lunghissimo collo di alcuni dinosauri e se fungessero o meno da protezione. “La scoperta di questi giganti osteodermi offre una nuova comprensione di ciò che queste strutture possono aver rappresentato per dinosauri“, continua Curry Rogers. “Ci aiuta inoltre a  chiarire le sembianze dei dinosauri  del Madagascar, potendo osservare altresì la trasformazione di queste ossa, dal cucciolo all’animale adulto. Questo tipo di placche, inoltre, rendeva fino a sette volte più spessa la pelle rispetto a quella di un elefante, man mano che l’animale cresceva, l’osso diventava cavo, divenendo così piuttosto leggero e non limitante per l’attività motoria del dinosauro“.