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Steno

Steno

Lo Steno, è un delfino di grosse dimensioni, facente parte della famiglia dei Delphinidae. Questo delfino venne avvistato e descritto per la prima volta nel 1823 dal ricercatore Cuvier, il quale gli assegnò proprio questo nome, in quanto in greco significa "stretto". Questo particolare, si riferisce al naso dello Steno, il quale è appunto molto stretto, viene considerata una caratteristica diagnostica della specie. Oltre al naso snello e lungo, questo mammiferi.php">mammifero possiede una testa di forma conica, le pinne pettorali sono disposte più indietro nel corpo, rispetto ai suoi simili, mentre la pinna dorsale è molto pronunciata.

Possiede una variazione di colori abbastanza ampia, infatti, le labbra, la gola e il ventre sono di colore rosa e bianco, i fianchi sono di colore grigio chiaro, mentre la pinna dorsale è di colore grigio scuro. Questo particolare delfino,tra l’altro l’unico del suo genere, può arrivare ad una lunghezza massima di circa 2,5 metri e un peso di circa 150 chili; vive normalmente in gruppo, i quali variano dalle 50 alle 100 unità. Lo Steno è molto socievole, non segue le scie, come per esempio alcuni esemplari di cetacei, ma effettua lo "skim", cioè nuota con la testa e il mento sopra la superficie dell’acqua.

Non ha una residenza fissa, in quanto è possibile avvistarlo in tutte le acque del mondo, purchè siano zone calde e tropicali. Non si conoscono molte informazioni su questo esemplare, come per esempio le abitudini, la distribuzione e il numero di esemplari presenti attualmente; le informazioni raccolte si sono basate soltanto sugli esemplari presenti nell’Oceano Pacifico, in questo luogo sono stati avvistati circa 150000 esemplari. Sono pervenute altre segnalazioni di avvistamento anche nel Mar Mediterraneo e dei Caraibi, negli Oceani Atlantico e Indiano.  Dalle informazioni che di si dispongono attualmente, è stato riscontrato che lo Steno non è a rischio estinzione e normalmente non viene minacciato dalla caccia dell’uomo. Diversi esemplari sono stati catturati, accidentalmente, nelle reti a circuizione, che i pescatori usano per cacciare i tonni. Un piccolo numero di esemplari pare sia stato arpionato dai balenieri giapponesi, anche se non è una pratica comune, in quanto appunto questi individui si concentrano maggiormente sulla cattura dei cetacei.