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L’evoluzione del cane

L'evoluzione del caneAncora non sono ben chiari tutti i passaggi del percorso evolutivo che nella preistoria hanno portato all’evoluzione della specie Canis lupus. Sappiamo solo che circa 70 milioni di anni fa era presente un mammifero carnivoro i piccole dimensioni chiamato Miacis, e dal quale si sostiene derivino i canidi e gli ursidi.

L’ipotesi è  che nel territorio Asiatico ed Europeo il Miacis abbia dato origine ad una serie di passaggi evolutivi fino al Hesperocyon; un carnivoro caratterizzato da un profilo basso ed allungato, con una dimensione di circa 80 cm, possedeva zampe brevi ed esili, cranio sottile e allungato.
L’isperocione era inoltre caratterizzato da una coda molto lunga e flessibile, la sua dieta era probabilmente a base di carne ma non si esclude che fosse onnivoro.

Fra tutti i canidi i primi che comparirono sul nostro pianeta furono i gli sciacalli ed i lupi, per anni gli studiosi sono rimasti nell’incertezza non sapendo precisamente se i cani si fossero evoluti dagli sciacalli o da i lupi.

Solo recentemente con l’analisi cromosomica è stato possibile chiarire che l’unico antenato del cane domestico è il lupo. Il lupo, il coyote e il cane hanno 78 cromosomi, mentre lo sciacallo ne ha 74, la volpe rossa 38 ed il fennec 64.

Avendo tutti e tre lo stesso numero di cromosomi, cani, coyoti e lupi possono accoppiarsi e generando un ibrido a sua volta fertile. Può accadere spesso che ci sia un’ibridazione fra cani e lupi, o fra cani e coyote, mentre molto più raro l’accoppiamento fra coyoti e lupi.

In passato accadeva che le popolazioni di nomadi legassero le cagne in calore al di fuori dell’accampamento per far sì che i lupi selvatici le coprissero per generare una nuova genia più forte e coraggiosa.

In tempi più recenti sono stati svolti altri esperimenti di ibridazione, come nel caso del Lupo di Saarloos, che vide in un primo tentativo un insuccesso dovuto ad evidenti problemi caratteriali, assolutamente risolti con i successivi esperimenti che hanno definitivamente affinato la razza.

Anche il Lupo Italiano è naturalmente frutto di un’ibridazione, merito di Mario Messi, il Lupo Italiano è una razza non riconosciuta dall’ENCI ma ad oggi molto tutelata ed apprezzata per la sua bellezza e le qualità psicofisiche dell’animale.

Un ultimo esempio di ibridazione è infine il Lupo Cecoslovacco, come in tutti gli esperimenti precedenti anche in questo caso i problemi caratteriali non si sono fatti mancare ma ad oggi la razza ha raggiunto un equilibrio invidiabile.